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Quando ascoltai “Asincrono” di Luigi Mariano pensai
subito di trovarmi davanti ad un bel disco. Avendo deciso di fare un programma
radiofonico mandando in onda solo musicisti indipendenti mi trovavo ad
ascoltare (nella maggior parte dei casi) CD fatti male, con arrangiamenti
scarsi e testi a dir poco penosi, ma alcune volte, come nel caso di Luigi
Mariano, il CD era una vera sorpresa e mi chiedevo: Ma com'è che non ha una
grossa distribuzione? Beh, non ce l'ha, Voi poveri mortali dovete sorbirvi
ancora Ligabue e i Pooh, la Nannini e la Tatangelo. E per chi vuol farsi del
male anche i vari Emis Killa e rapper sanremesi.
Bene, a distanza di sei anni dal precedente lavoro in
studio, il cantautore salentino ma romano d’adozione, Luigi Mariano
torna con un album (se possibile) ancora più personale. Dopo il fortunato (e pluri-premiato) esordio
ufficiale con “Asincrono” (2010) che gli ascoltatori di “Radio Trampa”
conoscono e che è stato molto apprezzato da critica e pubblico, Luigi Mariano
ha riversato tutto se stesso in queste undici nuove tracce, tirando fuori
soprattutto l’energia segreta della sua anima più rock. L’album è dedicato
simbolicamente al padre (scomparso due anni fa), rievocato in copertina dalle
pedane di legno con cui ha lavorato per una vita e che rappresentano per Luigi
le radici da cui partire, da colorare con la propria musica.
La presenza degli ospiti che duettano con Luigi in alcune
canzoni del CD non è casuale ma conseguenza di empatie umane fortissime, prima
ancora che artistiche.
Simone Cristicchi duetta in “FA BENE FA MALE”, brano
trascinante e dirompente, che rivendica l’importanza del dubbio e
dell’integrità di pensiero, rispetto al bombardamento capzioso di informazioni
ricevuti ogni giorno dai media o anche da semplici cittadini che ci tirano per
la giacchetta, trascinandoci spesso in pericolosi radicalismi ideologici,
estremismi e fanatismi.
“ALLA FINE DEL
CHECK”, assieme alla cantautrice Nina Monti, indirettamente regala (nei
suoi cori) anche la voce di protesta, dolente ma decisa, delle donne.
Il duetto divertente de “L’OTTIMISTA TRISTE” con Mino De Santis (coautore del pezzo e
vera icona popolare e poetica dell’intero Salento) riporta Luigi alle proprie
radici del sud, alle espressioni dialettali più di pancia, all’autoironia scanzonata:
veri balsami per superare molte difficoltà del quotidiano.
Infine la voce di Neri Marcorè, presente nella
nostalgica titletrack “CANZONI ALL’ANGOLO”
Tra i brani dell’album anche “COME ORBITE CHE CAMBIANO”, un
pezzo intenso e raffinato sulla fine del grande amore tra l’astrofisico Stephen
Hawking e la sua prima moglie Jane, e per ultima (ma non ultima) una
sorprendente cover di “THE GHOST OF TOM JOAD” di Bruce Springsteen cantata in
italiano (il che rappresenta una vera e propria sfida, nata, presumo, in un
momento di lucida follia di Luigi).
In studio, oltre che le inconfondibili chitarre elettriche,
acustiche e classiche di Alberto Lombardi, anche Alessandro Valle alla pedal
steel guitar, mandolino e dobro; Primiano Di Biase (che abbiamo imparato a
conoscere insieme a Orlando Andreucci) alla fisarmonica, hammond e pianoforte;
Marco Rovinelli alla batteria; Pierpaolo Ranieri al basso e contrabbasso
elettrico; Mario Gentili al violino e
alla viola. Insomma, una bella compagnia!
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