martedì 30 novembre 2010

SURSUMCORDA... UNA PORTA DA APRIRE


Il linguaggio poetico risulta essere diretto, mai forbito, poesia e musica diventano un tutt'uno, rendendo più efficace la capacità sinestetica dello stile Sursumcorda: ascoltare significa anche vedere colori, sentire odori, sentire sapori.
L'ascoltatore con la musica può immaginare, quindi può viaggiare. Per rendere ancora più efficace questa possibilità si usano strumenti dalle timbriche differenti, spesso si accostano in modo atipico, ma seguendo sempre la poeticità del testo, la descrittività delle parole.
Dopo l'Albero dei Bradipi alcuni produttori e registi notano nello stile Sursumcorda la caratteristica di essere “fuori dallo spazio e dal tempo”, vale a dire non connotabile, non geografico, in una parola: “trasversale”. Questa versatilità fa si che il gruppo componga sette colonne sonore per documentari di vario genere, dall'arte pittorica italiana a temi umanistici, sociali e di grande attualità.
Il gruppo Sursumcorda suona a Palazzo Reale nel giorno conclusivo della mostra sul Guercino, il primo passo è compiuto.

Della vecchia formazione restano Giampiero “Nero” Sanzari (Chitarra Voce), Piero Bruni (Chitarra) e Francesco Saverio Gliozzi (violoncello) ai quali si aggiungono Fabio Carimati (Batteria) e Emanuele “Manolo” Cedrone (percussioni). Inizia a prendere forma quello che sarà il nuovo doppio album: “La porta dietro la cascata”.
Nasce “La porta dietro la Cascata ”. Il desiderio di portare le proprie idee ad una migliore maturazione, si realizza grazie all'incontro con Fausto Dasé e a Timur Semprini.
La capacità e la sensibilità artistica di un produttore artistico come Fausto Dasé, già conosciuto per le produzioni di Giovanni Nuti e Alda Merini e degli Elisir, unito ad una struttura come l'Accademia del Suono di Timur Semprini , importante polo didattico e bellissimo studio di registrazione con elevati standard qualitativi, consente al gruppo di allargare ulteriormente lo spettro delle partecipazioni, creando l'ambiente ideale per raggiungere il miglior livello di qualità e d'espressività. Un doppio CD. Il secondo contiene frattali, stessi pezzi del primo ma con piccole variazioni e senza testo, solo musica, solo sensazioni. Quelle che si potrebbero avere se sei davanti una porta dietro una cascata.

Grande album!

sabato 27 novembre 2010

FRANCESCO PIU... UN LIVE DA AMARE

Francesco Piu lo abbiamo avuto in diretta telefonica a Radio Trampa per presentare il suo secondo Cd, il primo Live fatto veramente bene! Non più on-man band, ma in trio! Solitamente Francesco accompagna la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, questo giovane bluesman sardo si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama del blues italiano ed internazionale partecipando ai più importanti festival del genere (IBC Memphis, Pistoia Blues, Narcao Blues,  Santa Blues de Tenerife, Blues au Chateau, Blues in Idro) e, roba da non trascurare, ha aperto concerti per John Mayall & The Bluesbreakers, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Charlie Musselwhite, The Derek Trucks Band, The Fabulous Thunderbirds, Sonny Landreth, Joe Bonamassa, Larry Carlton, Eric Bibb e suonato con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Guy Davis, Keith Dunn, Kevin Welch, Andy J.Forest, Sandra Hall, Fabio Treves, Van De Sfroos, Sugar Blue e tanti altri. 
Dopo aver vinto le selezioni nazionali, si è esibito nel gennaio 2010 all' INTERNATIONAL BLUES CHALLENGE di Memphis, Tennessee come rappresentante italiano.
Ha all'attivo due album: il primo intitolato BLUES JOURNEY (2007) dove suona tutto da solo, il secondo LIVE AT AMIGDALA THEATRE (2010) in trio che la redazione di Tele Radio Sciacca ha inserito fra i migliori 10 cd dell'anno. Nel Cd, fra le chicche, un vecchio brano di Bob Dylan "All along the watchtower" e una quasi sconosciuta "Barcarolle" di Tom Waits. 
Ottimi i compagni di viaggio di questo album: Davide Speranza all'armonica e Pablo Leoni alle percussioni.

mercoledì 24 novembre 2010

LUIGI CAMPOCCIA... SULLA VIA DI DAMASCO

Uscito a novembre 2010 con l’etichetta Dodicilune (distribuzione IRD), On the way to Damascus realizza il tentativo di uno scambio tra linguaggi musicali, dove conoscenze e suoni di diversa concezione e provenienza sono la struttura portante di un soundprofondamente coinvolgente e carico di atmosfere.
Quello della partecipazione è un concetto caro a Luigi, sia per la sua indole artistica ma anche per la quindicennale presenza, in qualità di pianista, al fianco di Giorgio Gaber in tutte le sue tournée teatrali e in tutti i suoi dischi. On the way to Damascus è la rappresentazione di un percorso che supera l’idea di contaminazione per ritornare alle radici del jazz.
Pianista, cantante, compositore e arrangiatore di esperienza internazionale, Luigi Campoccia individua sulla via di Damasco la strada maestra di questo suo ultimo lavoro (il terzo in quattro anni), un percorso che si realizza non tanto nella meta finale quanto nell’esperienza di un cammino comune.
Trame musicali sottili ma intense, le composizioni di Campoccia offrono, infatti, piena libertà agli altri musicisti di non adattarsi ma interagire con il loro personale sentire musicale, di proporsi con attenzione e libertà espressiva, costruendo un dialogo musicale raffinato e pieno di personali sfumature.
Oltre che da Daniele Malvisi (sax), Rossano Gasperini(contrabbasso) e Paolo Corsi (Batteria), Luigi Campoccia, da sempre attento conoscitore dei suoni del Mediterraneo, sceglie come compagni di viaggio due straordinari musicisti turchi: Onder Focan (chitarra) e A. Senol Filiz (ney).
C’è una grande attenzione e rispetto intorno al neystrumento musicale dal passato millenario (uno dei più antichi ancora in uso)chiamato anchela voce divina per la sua forte valenza religiosa. Sembra che il ney di A. Senol Filiz abbia circa 250 anni di storia, forse il più antico in circolazione.
Nel 2010 il progetto ha partecipato ai festival: Beat Onto Jazz Festival,Arezzo Jazz Festival e Mediterraneo Jazz Festival in Italia e EuropeanJazz Festival di Izmir (dove si è tenuto anche un workshop di 3 giorni) e Nardis Jazz Club di Istanbul in Turchia.
È già previsto un concerto per maggio 2011 presso l’esclusiva Cemal Reşit Rey Concert Hall di Istanbul.

mercoledì 3 novembre 2010

PICCOLA BOTTEGA, GRANDE LAVORO MUSICALE

La Piccola Bottega Baltazar è una formazione veneta nata nel 2000. Nel corso degli anni ha ricevuto diversi riconoscimenti (Premio Valmarana 2000, Premio Risonanze 2002, Premio RockitEyes 2004, Premio
Monferr'autore 2005, finalista a L'artista che non c'era 2007, 2^ classificata al Venice Music Festival 2007) e
lusinghiere recensioni dalla stampa nazionale.
Ad oggi, ha pubblicato quattro cd prodotti e distribuiti dalla collana D'autore di Azzurra music: Poco tempo,
troppa fame - omaggio a Fabrizio De André nel 2002, Canzoni in forma di fiore nel 2004 e Il disco dei
miracoli nel 2007 (quest'ultimo nominato tra i 20 migliori dischi indipendenti italiani del 2007 dal P.I.M.I.,
Premio Italiano Musica Indipendente), Ladro di rose nel 2010 (imperdibile dell’anno per Bielle.org). Quindici  nuove canzoni della Piccola Bottega Baltazar che al suono delle fisarmoniche e degli altri strumenti del loro laboratorio acustico affrontano temi legati all'attualità, ai diversi aspetti dell'amore, al fuggire del tempo. Un disco prodotto da Azzurra music e impreziosito dalla coproduzione artistica di Carlo Carcano, con un approccio moderno al mondo del folk nella scrittura e negli arrangiamenti, in cui alcuni episodi in dialetto veneto si mescolano all'italiano per tratteggiare un combattuto e sincero amore della Bottega per la propria terra. Il disco è dedicato a Zaher, profugo afgano morto nel 2008 nei pressi del porto di Venezia, travolto dalle ruote del tir sotto il quale era nascosto, nel tentativo di entrare in Italia.
La piccola bottega ha scritto ed eseguito musiche per vari spettacoli teatrali, reading, documentari RAI. Ha inoltre composto le colonne sonore del film-documentario La Mal'ombra (Premio Avanti! al Torino Film Festival 2007) prodotto da Jolefilm (casa di produzione di Marco Paolini), di Come un uomo sulla terra (finalista premio David di Donatello, Gran Prix Telefrance come migliore documentario del Mediterraneo) , di Magari le cose cambiano ( Premio Ucca e Premio Avanti! al Torino Film Festival 2009) e Sangue Verde (premio DOC al Festival del Cinema di Venezia).

Se mi posso permettere... trovo veramente bella "La campana de bassan".

LA CONTRADA DI GERARDO CASIELLO

L'album d’esordio di Gerardo Casiello (contrada Casiello) si legge in una recensione, è un disco autobiografico che racconta esperienze vissute e vicende umane osservate. Gli scenari delle canzoni sono quelli della fantasia di Gerardo, ma anche quelli reali della sua terra d’origine; una terra che ci viene restituita attraverso un viaggio musicale dai suoni della tradizione a un nuovo sound originale, con tutta la forza e l’umanità di una originaria cultura contadina ma con un orizzonte aperto a una molteplicità di apporti musicali e culturali. Detto questo, lo ammetto, a me questo CD piace molto. Soprattutto le figure del "poeta" e quelli che si ritrovano a "il festino", due delle undici canzoni racchiusi in questo album. Sarebbero dieci in realtà, perché Gerardo rifà, con l'ausilio della Stradabanda diretta da Paolo Montin, il pezzo "Il giudizio universale". E ci mette in difficoltà; perché alla fine non sappiamo quale dei due è migliore. 
Sarà per gli arrangiamenti, per il ritmo, per la vitalità: ecco, è un disco VIVO! Finalista all'ultima edizione del Premio Tenco, nella categoria riservata agli album d'esordio, "Contrada Casiello", è uno di quei cd che ti piace ascoltare per rilassarti, per svegliarti la mattina, per fare quattro passi nella stanza in attesa di qualcuno. Insomma, parafrasando un vecchio film: un disco per tutte le stagioni.
Buon Ascolto