lunedì 11 luglio 2016

VIZI, PECCATI E DEBOLEZZE DI... LUCA BURGIO

Notturno e “maudit”, l’album di debutto di Luca Burgio nasce tra la Sicilia e la Spagna, per lo più a Madrid, dove il cantautore si trasferisce non appena terminati gli studi, trascorre la sua vita lavorando e vivendo la notte, dietro e davanti il bancone di un bar o in jam con altri amici musicisti, assorbendo l’aria internazionale della movida madrileña.
Vizi, Peccati e Debolezze” è un disco in cui si respirano atmosfere gipsy jazz con chitarre manouche, fiati mariachi e fisarmoniche impazzite, il folk siciliano e poi ancora i vapori dell’alcool ed il fumo delle sigarette che, sfidando ogni divieto, si accendono nei bar quando le porte sono chiuse e si apre un mondo parallelo, sconosciuto o evitato da chi vive di giorno.
Anche i testi, diretti ed espliciti, sembrano nascere proprio in quelle tarde ore della notte, dove il concetto di normalità è quanto mai elastico, quello di moralità è invece giusto una battuta, riservata al giorno successivo.
Nelle canzoni convivono diversi riferimenti sonori, lo swing che accompagnava le serate americane durante il proibizionismo, il Gatsby di Fitzgerald ma anche quello cinematografico diretto da Baz Luhrmann, il jazz dei club parigini frequentati da poeti e pittori, un mondo riassunto nel nome scelto per la sua band di supporto, la "Maison Pigalle", che ha in cura gli arrangiamenti,  ma anche l’America dis-integrata di Charles Bukowski, la Russia clandestina di Vysostky o la Milano notturna raccontata da Vinicio Capossela.
Luca Burgio non si pone limiti ed il suo linguaggio è davvero universale, quello dei romantici, i sognatori squattrinati in preda alle emozioni, poeti prosciuga bottiglie e amanti senza freni in balia dei propri istinti, che, spesso non hanno una patria o forse ne hanno più di una o semplicemente, l’hanno dimenticata durante la loro strada…
Si tratta però di storie vere, viste o vissute, in prima persona, solo romanzate il giusto per ricoprire di poesia le vite di tutti i personaggi incontrati e raccontati.

Luca Burgio è nato ad Agrigento nel 1985, nell’attesa di partire, vive a Palermo fra concerti e lavori saltuari svolti tra notte e giorno.

venerdì 8 luglio 2016

LE CANZONI ALL'ANGOLO DI LUIGI MARIANO


 
Quando ascoltai “Asincrono” di Luigi Mariano pensai subito di trovarmi davanti ad un bel disco. Avendo deciso di fare un programma radiofonico mandando in onda solo musicisti indipendenti mi trovavo ad ascoltare (nella maggior parte dei casi) CD fatti male, con arrangiamenti scarsi e testi a dir poco penosi, ma alcune volte, come nel caso di Luigi Mariano, il CD era una vera sorpresa e mi chiedevo: Ma com'è che non ha una grossa distribuzione? Beh, non ce l'ha, Voi poveri mortali dovete sorbirvi ancora Ligabue e i Pooh, la Nannini e la Tatangelo. E per chi vuol farsi del male anche i vari Emis Killa e rapper sanremesi.
Bene, a distanza di sei anni dal precedente lavoro in studio, il cantautore salentino ma romano d’adozione, Luigi Mariano torna con un album (se possibile) ancora più personale. Dopo  il fortunato (e pluri-premiato) esordio ufficiale con “Asincrono” (2010) che gli ascoltatori di “Radio Trampa” conoscono e che è stato molto apprezzato da critica e pubblico, Luigi Mariano ha riversato tutto se stesso in queste undici nuove tracce, tirando fuori soprattutto l’energia segreta della sua anima più rock. L’album è dedicato simbolicamente al padre (scomparso due anni fa), rievocato in copertina dalle pedane di legno con cui ha lavorato per una vita e che rappresentano per Luigi le radici da cui partire, da colorare con la propria musica.
La presenza degli ospiti che duettano con Luigi in alcune canzoni del CD non è casuale ma conseguenza di empatie umane fortissime, prima ancora che artistiche.
Simone Cristicchi duetta in “FA BENE FA MALE”, brano trascinante e dirompente, che rivendica l’importanza del dubbio e dell’integrità di pensiero, rispetto al bombardamento capzioso di informazioni ricevuti ogni giorno dai media o anche da semplici cittadini che ci tirano per la giacchetta, trascinandoci spesso in pericolosi radicalismi ideologici, estremismi e fanatismi.
 “ALLA FINE DEL CHECK”, assieme alla cantautrice Nina Monti, indirettamente regala (nei suoi cori) anche la voce di protesta, dolente ma decisa, delle donne.
Il duetto divertente de “L’OTTIMISTA TRISTE” con  Mino De Santis (coautore del pezzo e vera icona popolare e poetica dell’intero Salento) riporta Luigi alle proprie radici del sud, alle espressioni dialettali più di pancia, all’autoironia scanzonata: veri balsami per superare molte difficoltà del quotidiano.
Infine la voce di Neri Marcorè, presente nella nostalgica titletrack “CANZONI ALL’ANGOLO”
Tra i brani dell’album anche “COME ORBITE CHE CAMBIANO”, un pezzo intenso e raffinato sulla fine del grande amore tra l’astrofisico Stephen Hawking e la sua prima moglie Jane, e per ultima (ma non ultima) una sorprendente cover di “THE GHOST OF TOM JOAD” di Bruce Springsteen cantata in italiano (il che rappresenta una vera e propria sfida, nata, presumo, in un momento di lucida follia di Luigi).
In studio, oltre che le inconfondibili chitarre elettriche, acustiche e classiche di Alberto Lombardi, anche Alessandro Valle alla pedal steel guitar, mandolino e dobro; Primiano Di Biase (che abbiamo imparato a conoscere insieme a Orlando Andreucci) alla fisarmonica, hammond e pianoforte; Marco Rovinelli alla batteria; Pierpaolo Ranieri al basso e contrabbasso elettrico; Mario Gentili  al violino e alla viola. Insomma, una bella compagnia!


venerdì 17 giugno 2016

RISTAMPATI TRE CAPOLAVORI DI RAVI SHANKAR

Il musicista indiano Ravi Shankar (1920-2012) è stato uno degli esponenti più noti del sitar nella seconda metà del ventesimo secolo, nonché un famoso compositore di musica classica Hindustani. 
Nel 1956, ha iniziato a girare l'Europa e l’America proponendo la musica classica indiana e negli anni ’60 ha aumentato la sua popolarità attraverso l’insegnamento, le esibizioni e la sua collaborazione con il violinista Yehudi Menuhin e il chitarrista dei Beatles George Harrison. 

Questo CD contiene due dei suoi primi album: Ragas & Talas (His Master’s Voice ALP1665), pubblicato nel 1959, e India’s Master Musician (World Pacific WP-1248), del 1958. 

Come bonus, è stato aggiunto l'album completo In Concert (World Pacific ST-1421) costituito da una registrazione dal vivo realizzata a Los Angeles nel 1961. 

Tutti e tre i capolavori sono esempi perfetti dell’immenso talento di Shankar sia come strumentista che come compositore.